L’autocertificazione di residenza storica è un documento che certifica tutti i cambiamenti di indirizzo all’interno del comune dove la persona che dichiara risiede.
Differenza tra certificato di residenza e certificato storico di residenza
Il certificato di residenza e il certificato storico di residenza sono documenti rilasciati dall’ufficio anagrafe del comune. Questi documenti contengono informazioni relative alla residenza di un soggetto.
Il certificato di residenza ci accredita quale sia la residenza abituale di una persona al momento.
L’articolo 43 del Codice Civile chiarisce la definizione di residenza: il luogo dove una persona risiede abitualmente.
La definizione di certificato di residenza storica, sarebbe quel documento dove si certificano i cambiamenti di indirizzo, con le date corrispondenti, che una persona ha fatto nel suo comune.
La differenza tra i due certificati è semplice: il certificato di residenza certifica la residenza attuale del dichiarante, mentre il certificato di residenza storica certifica i cambiamenti di residenza avvenuti durante un periodo di tempo.
Abbiamo la possibilità di autocertificare il storico di residenza. Infatti, l’autocertificazione è una dichiarazione firmata dal dichiarante interessato, che sostituisce i certificati rilasciati dalla Pubblica Amministrazione.
Chi può richiedere l’autocertificazione di residenza storico?
- Cittadini italiani.
- Cittadini appartenenti a paesi membri dell’Unione Europea.
- Cittadini extracomunitari con un regolare permesso di soggiorno.
Chi deve accettare l’autocertificazione di residenza storico?
L’autocertificazione di residenza storico deve essere accettata da:
- Amministrazioni pubbliche: Camera di Commercio, Prefettura, scuole e uffici comunali.
- Aziende che gestiscono servizi pubblici: come Enel.
- I privati.
Questi soggetti hanno l’obbligo di accettare l’autocertificazione di residenza, secondo la legge D.P.R. 445 del 28/12/2000.
Responsabilità per l’autocertificazione
Se la Pubblica Amministrazione verifica che la dichiarazione è falsa, il dichiarante può ricevere una sanzione e perdere tutti i benefici ottenuti con la dichiarazione.
Qualsiasi informazione falsa è a rischio di denuncia. Così, secondo l’articolo 483 del Codice Penale italiano, la persona che attesta falsamente ad un pubblico ufficiale, in un documento pubblico, fatti scritti che sono destinati ad essere veri, può essere punita con la reclusione fino a due anni. Nel caso in cui la dichiarazione riguardi fatti di stato civile, la pena detentiva non può essere inferiore a tre mesi.
Il reato può essere considerato tale, a condizione che la persona lo abbia commesso consapevolmente, cioè sapendo che quanto dichiarato nell’autocertificazione è falso.
Come compilare il modulo dell’autocertificazione di residenza storico
La struttura del documento di residenza storico è molto simile all’autocertificazione di residenza.
Il documento è molto facile da compilare. È diviso in due parti distinte. Nella prima parte si devono inserire i dati della persona che fa la dichiarazione, come nome, cognome, data e luogo di nascita. Nella seconda parte devi aggiungere la lista delle residenze con le date corrispondenti.
Nel caso in cui il modulo di autocertificazione di residenza storico sia inviata per fax o per posta, deve essere accompagnata da una fotocopia del documento d’identità.